venerdì 29 dicembre 2006

Epitaph Records


Per chi inizia ad ascoltare il punk americano è impossibile non incontrare l'Epitaph Records, etichetta indipendente fondata nel 1981 da Brett Gurewitz. Inizialmente serviva per pubblicare i dischi dei Bad Religion, in cui Brett suonava la chitarra. Poi un po' alla volta l'Etichetta si ingrandì e raggiunse la fama mondiale con Smash degli Offspring nel '94. Tutti i più grandi gruppi punk americani hanno inciso per lei. Da ricordare: Nofx, Rancid, Pennywise, Bad Religion. Guardando quella lista ogni nome mi da un tuffo al cuore. Li amo tutti.
Verso la fine degli anni '90 l'Epitaph aprì anche tre succursali. A fiancheggiare l'etichetta madre (che si occupa principalmente di punk rock, emo core, hard core) si sono aggiunte la Hellcat di Tim Armstrong dei Rancid, che si occupa di Street Punk e Ska, la Anti che pubblica cose come Tom Waits, Micheal Franti e gli Youth Group, e la Burning Heart, specializzata in punk rock di base in Svezia (Millencolin, No Fun at All). Insomma un impero tentacolare "indipendente". Può esistere?
A guardare ora il sito dell'Epitaph mi viene una certa tristezza. Un sacco di gruppetti nuovi che mimano i My Chemical Romance, cioè quel misto di chitarroni o-mioddio-che-paura e melodie si-ma-in-fondo-sono-molto-fragile che mi fa proprio incazzare. Del resto il genere non è più di moda e si deve cercare di stare a galla in questo oceano di sovraproduzioni. Tra tanto niente emerge però un disco nuovo, non a caso di un gruppo già affermato a livello underground: "No Heroes" dei Converge. Quando tira fuori gli artigli, l'Epitaph sa ancora essere tra i primi della classe.

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