Affrontare un viaggio di 5 ore non è mai leggero. Se lo fai all'indomani di 10 ore di macchina si può sprecare il termine "pesante". Lasciando Cosenza, il mio pensiero è rivolto agli appennini che in quella zona sembrano lenti dorsi di brachiosaurus. Dall'autostrada, che è parecchio in alto, si vede questa vallata popolata di dinosauri che ho subito associato alla "Ricerca della valle incantata", uno dei miei cartoni preferiti. Dopo aver ascoltato in repeat Amy Winehouse e dopo svariati sbagli del navigatore all'altezza di Avellino, arriviamo a Benevento centro intorno alle 6 e mezza del pomeriggio. Piovigina. Viene a prenderci Vittorio del Morgana e ci porta al posto, che è dietro alla sede del Governo, praticamente in centrissimo. Il posto è molto simile allo Zuni, con le pareti bianche che di volta in volta vengono "colorate" da mostre di artisti locali. Oggi però non c'è nulla. In compenso il campanile a pochi passi da lì è illuminato da fari multicolori che ne deturpano l'originale bellezza. "Che maragli", è l'espressione più ricorrente.
Montiamo, beviamo, mangiamo stuzzichini, la corrente salta 4-5 volte in meno di mezzora. Sentiamo la seguante esclamazione: "Oltre all'acqua anche la luce!". Non ce ne rendiamo conto subito, ma dopo sì. In quei giorni metà città è senz'acqua. Uno sgarbo fatto dalla regione Molise per limitare gli sprechi in terra campana. Con evidenti problemi alla popolazione e ai My Awesome Mixtape (la mattina dopo però l'acqua ci sarà e riuscirò fortunatamente a lavarmi). Vediamo un pezzo del nuovo show di Benigni, che mi fa ridere a tratti. Penso: chissà quale scalpore susciterà! Ma poi mi guardo da fuori e capisco che sono totalmente plagiato dalla sindrome di Studio Aperto, che mi fa ragionare in termini di share e minchiate come "lo scalpore che un programma può creare in un circolo ristretto come quello televisivo". Mi ricompongo. La gente inizia ad arrivare. Tra cui Achille di Labile, che ci accompagnerà anche a Napoli e a Roma (e lo ringrazieremo infinatamente, e ci salverà la vita), Francesca (anche a Napoli) e i ragazzi di Atripalda. E' bello tornare nei posti e rivedere tanti amici. Purtroppo piove, fa freddo ed è giovedì. Pochi ma buoni, in un locale piccolissimo. Suoniamo bene e ci divertiamo. Ad un certo punto penso che quello sia il nostro concerto della vita e lo dico apertamente. Qualcuno pensa a una presa in giro ma sono serissimo. Appena finito smontiamo e ci dividiamo. Io Maolo e Scaglia da Vittorio, Fede e Sollo da un'altra parte. Carotino non c'è, arriverà domani a Napoli da Bologna. Fede e Sollo, incoraggiati dal ragazzo che li ospita, prendono un senso vietato. Peccato che a due metri ci fossero due pattuglie della polizia. Hanno rischiato l'arresto ehhehehe. Dormiamo in una casa freddisima (manca l'acqua..) e il giorno dopo partiamo per Napoli, dopo una brillante discussione con Vittorio sulla nostra scenetta italiana. Napoli dista un'ora da Benevento. Ma datemi tempo.
martedì 4 dicembre 2007
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