I Sophia di ieri sera mi hanno colpito positivamente. Pur non conoscendo nemmeno un pezzo della band londinese guidata da Robin Proper-Sheppard, sono rimasto impalato in seconda fila per tutto il concerto (un mattone di un'ora e quaranta). E adesso riascoltando i pezzi nel loro Myspace mi vengono in mente atmosfere, suoni, melodie che al momento non sembravano aver lasciato traccia. Con una formazione a 6 (3 chitarre, basso, batteria, tastiere) il suono è sempre molto pieno e intenso. Immaginatevi un muro di chitarre che entrano solo in alcuni punti, e fanno da contraltare a tappeti di tastiere mai strabordanti. I ritornelli si canticchiano da subito, e se non riesci tu, c'è sempre qualcuno vicino a te che fa notare che lui il pezzo lo sa bene. E' la croce e delizia di vedere un concerto nelle prime file: quello di doverti sorbire anche l'esibizione di stonatissimi comprimari, che non sono sul palco ma poco sotto.
Me li aspettavo un po' più gotici, e invece erano la tipica band pop-rock inglese, con sezione ritmica all'inglese (stile Coldplay o Embrace, per capirci).
Il finale prima dei bis mi ha impressionato per intensità e cattiveria (prendete con le pinze).
Prima di loro, i romagnoli Società del Caveau, più bravi nell'idea che nell'esecuzione tecnica, con un chitarrista inguardabile sotto tutti i punti di vista, ma comunque sprizzanti di energia e bello stile.
Fa da cornice un Bronson che ricordavo molto peggio. Il suo problema è il palco basso, che rende difficile la visione a tutti quelli più lontani delle prime 3-4 file. Ma ieri era pieno e l'ho visto in salute. Ci vediamo il 28 Aprile, o Bronson, dove ad aspettarmi ci saranno quei cari ragazzi degli Akron Family.
Sotto, un video dei Sophia appena trovato su YouTube: ieri l'hanno fatta.
sabato 14 aprile 2007
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